Testo e foto di Maurizio Maria Fossati
Ho Chi Minh City, che gli abitanti continuano a chiamare Saigon, locomotiva economica del Vietnam, è una moderna metropoli con palazzi modernissimi cresciuti accanto a case fatiscenti, luoghi di culto, grandi store, centri massaggi. Una popolazione aperta e cordiale. Ottima cucina con eredità francese.
IL VIETNAM, 9mila chilometri dall’Italia, circa 13 ore di volo da coprire generalmente in due tratte, 5 fusi orari di differenza. Un Paese geograficamente lontano, ma, forse ancora più lontano nell’immaginario di chi non c’è stato recentemente. Chi, infatti, dovesse andare in Vietnam con l’idea di ritrovare l’atmosfera dei film e dei libri pubblicati sul conflitto tra Americani e Vietcong, sbaglia. Il Vietnam di oggi è un Paese giovane, positivo, ricco di fermento, innovazione e, come tutti i Paesi in rapida crescita, contraddizioni. Ho Chi Minh City, la locomotiva economica del Vietnam, che gli abitanti continuano a chiamare Saigon, oggi offre tutte le sfaccettature di una moderna metropoli asiatica: un traffico caotico dominato da milioni di scooter, palazzi modernissimi cresciuti accanto a edifici popolari e spesso fatiscenti, business center, market, negozi alla moda, mercati all’aperto, ristoranti, centri massaggi. Insomma, tutto quello che caratterizza l’Oriente dei giorni nostri, nel miscuglio disordinato tra altissima tecnologia, vecchie tradizioni, nuova ricchezza e antica miseria.
E comunque, quello che affascina del Vietnam è la cortesia, la gentilezza innata della sua popolazione. Il loro grande cuore. Un carattere maturato nei secoli dalla pratica del Buddismo, del Confucianesimo e del Taoismo, le religioni principali del Paese che hanno spesso convissuto tra loro, accanto al sacro culto degli antenati, il Totenismo, in nome del quale neppure oggi può mancare un piccolo altarino nella sala principale di molte abitazioni.
Per organizzare il nostro viaggio ci siamo rivolti ad Asiatica Travel, agenzia consigliata dal Consolato Vietnamita in Italia, (www.asiatica.com, info.it@asiatica.com) e abbiamo puntato sul Sud Vietnam.
Perché il Sud? Semplice, è il regno dell’acqua, governato dagli umori dell’immenso delta del Mekong, dal dominio della foresta pluviale e della giungla. Se a Ho Chi Minh, città di oltre 8 milioni di abitanti, si possono visitare musei e palazzi, appena fuori porta ci si può immergere nella natura più rigogliosa del Vietnam. Pensate che il bacino idrico di Saigon (città sorta su un rilievo di 19 metri sul livello del mare) comprende una rete di fiumi e canali, utilizzati per i trasporti e per irrigare i campi, lunga oltre 5mila chilometri. Il periodo migliore per una vacanza in quest’area è quello più secco, tra dicembre e aprile, con temperature che solitamente oscillano tra i 25 e i 30 gradi.
In città, per non dimenticare le atrocità del passato, è d’obbligo visitare il Museo delle vestigia della guerra. Proverete angoscia e rimarrete con un groppo alla gola soprattutto all’uscita, quando i reduci degli effetti dell’agente arancio vi offriranno, dalle loro sedie a rotelle, i souvenir che costruiscono per sbarcare il lunario.
Da non perdere la vista della città moderna dall’alto dalla Bitexco Financial Tower (258 metri) che permette una panoramica completa dei grattacieli che incorniciano le anse del Saigon River. Curiosi la basilica in stile neo-romanico di Notre-Dame costruita nel 1880 e l’Ufficio delle Poste (1891), disegnato dal famoso Gustave Eiffel.
I tradizionali mercati galleggianti
Can Tho, dinamica ed elegante cittadina sul Mekong, con evidenti tracce di tradizione francese, può essere la base per le visite ai mercati fluviali della zona. L’ampio lungo fiume alberato (Hai Ba Trung), dominato da una gigantesca statua argentea di Ho Chi Minh, è luogo di passeggiate e alla sera di ritrovo di giovani che suonano la chitarra e cantano allegramente. Un ristorante da tenere in considerazione, il Sao Hom: terrazza sul fiume e ottima cucina locale. Le escursioni: a soli 7 chilometri, verso Sud, troviamo il mercato galleggiante di Kai Rang, affollato di barche e commercianti dalle 6 alle 9 del mattino. Ottimo spunto per chi ama la fotografia e per conoscere le abitudini locali. Si vende frutta, verdura e pesce, abiti. Donne e uomini contrattano e si spostano su tradizionali sampan a remi e a motore, mentre vivono e lavorano su grandi barconi fluviali. 15 chilometri a valle troviamo il mercato di Phong Dien e a 33 chilometri quello di Phung Hiep.
Saigon dall’alto: panorama mozzafiato
La Bitexco Financial Tower è il grattacielo più alto di Ho Chi Minh City. Inaugurato nel 2010, ha il tetto a 262,5 metri, 68 piani, 100mila metri quadrati di area calpestabile. Ospita uffici, ma il 49esimo piano è dedicato al pubblico: un’ampia sala panoramica circolare permette di vedere tutta la città e il corso del Saigon River che si snoda tra case e palazzi. Una vista mozzafiato, ancora più suggestiva al tramonto, quando le luci di Saigon si accendono come uno sconfinato presepe e mettono in risalto i moderni grattacieli illuminati con colori cangianti e disegni in movimento. La terrazza ha vetrate a tutta altezza ed è dotata di monitor sui quali compaiono i nomi dei palazzi pubblici. C’è un elegante bar, servizi e un minimarket per acquistare souvenir. Saigon, oggi, supera gli 8 milioni di abitanti e ha un traffico caotico. Un consiglio: usate i taxi che sono numerosi e, negli spostamenti cittadini, costano pochi euro.
Caramelle di cocco nella giungla
Meno di 100 chilometri a sud di Ho Chi Minh, dopo aver attraversato in traghetto un braccio del Mekong, troviamo Ben Tre, una delle regioni meno turistiche del delta, formata da tre grandi isole fluviali. La vegetazione è lussureggiante, il colore dell’acqua costantemente di un bel marrone cioccolato. Le strade sono malandate, ma lo spettacolo della natura è grandioso. La popolazione vive di pesca e agricoltura, ma troviamo, curiosamente anche fabbriche per la produzione artigianale di caramelle di cocco (a Xa Nhon Thanh) e di mattoni. Il cocco, pestato e ridotto in pasta con la cottura, viene versato su ampi tavoloni, tagliato in zollette e incartato a mano dalle operaie locali. E non si butta nulla. I gusci del cocco vengono levigati accuratamente, dipinti all’interno e laccati per essere venduti come ciotole ai turisti. Si coltiva e si vende lo zenzero e si producono liquori locali, nei casi più estremi con tanto di scorpione o serpente cobra nella bottiglia.
La magica foresta pluviale di melaleuche
Chau Doc è una cittadina posta sulla riva destra del Hau Giang, fiume che qui scorre parallelo e a pochi chilometri dal Tien Giang. Siamo vicinissimi al confine con la Cambogia e il luogo è considerato altamente sacro dagli abitanti, qualunque sia la loro religione ed etnia. Pensate che in quest’area convivono, senza alcuna sorta di antagonismo, pagode buddiste, luoghi d’incontro Khmer, chiese cattoliche e moschee coraniche. Qui, a Tra Su, c’è una spettacolare foreste pluviale di “melaleuche”, esplorabile in sampan. La melaleuca è una pianta pregiata, dalla quale si ricava un olio essenziale usato in medicina naturale. L’olio di melaleuca ha proprietà antisettiche, antifungine e antibatteriche. Viene spesso usato nei prodotti cosmetici. L’inalazione dell’olio di melaleuca (estratto per schiacciamento dalle foglie) era impiegata in passato come rimedio per tosse e raffreddore, mentre l’applicazione locale di un infuso di foglie serviva per trattare ferite e lesioni della pelle.
In tavola alta cucina alla francese
Veramente ottima la cucina vietnamita che nei secoli ha saputo fondere ingredienti e piatti locali col gusto e tradizioni francesi e cinesi. Non è quindi difficile mangiare bene spendendo poco sia in ristoranti eleganti, sia per strada. Quasi sempre si inizia con una deliziosa zuppa e quasi tutte le portate sono accompagnate da salse, spesso speziate o piccanti. Si mangia di tutto: riso (a grana lunga), pesce, carne di maiale, di manzo, di pollo, gamberi, formaggi. I vari cibi, alla griglia, fritti, in involtini, a spezzatino con gustosi condimenti, vengono serviti con ottimi accostamenti di verdure di stagione. Nessun problema per i vegetariani. Artigianato locale: l’arte della lacca e la lavorazione del legno offrono mille applicazioni per piccoli e grandi souvenir da comperare in negozi alla moda o nei mercati di strada. Ci sono sarti che confezionano abiti su misura in giornata. E, come in gran parte dei Paesi asiatici, troverete sempre chi vi offre a poco prezzo un Rolex, assolutamente e indiscutibilmente tarocco.
Pubblicato il 12 gennaio 2016 su QN (Quotidiano Nazionale)